Alla fine ce lo siamo chiesto tutti. Appassionati e non. Il calcio senza il pubblico é come il mare senza la spiaggia, come il sole senza la luna e come notte senza il giorno. E’ vero il calcio é bello anche su di un campetto di periferia senza spalti, con il fondo fatto di fango e buche, perché il calcio come ogni sport sa emozionare, non importa in quale tempo, non importa in quale luogo.
Ecco perché nell’anno del covid, nell’anno di Maradona e Rossi che hanno raggiunto la nazionale più forte al mondo, il pensiero va diretto verso il calcio che verrà, se saprà ancora emozionarci come un tempo, se potremo ancora riempire gli stadi prendendoci a gomitate quando perderemo e quando vinceremo. Ma il calcio, soprattutto il calcio é uno sport di squadra, che va vissuto dagli spalti di uno stadio da 100 mila persone o anche da solo 100, ma che vive della passione di giocatori e spettatori, insieme. Separare queste due cose ha fatto diventare il calcio uno spettacolo televisivo tale e quale ad un talent show, qualcosa di noioso, qualcosa di inguardabile a volte.
Il calcio che verrà lo aspettiamo tutti al varco in questo 2021 chiudendo gli occhi nel frattempo, adagiati sulle nostre poltrone da stadio adattate ai nostri soggiorni a ricordare il calcio che é stato, dimenticando gli ultimi 11 mesi senza pubblico negli stadi.
Il calcio che verrà
