Una variante di COVID-19 rilevata per la prima volta in Sudafrica potrebbe essere più infettiva di altre mutazioni e potrebbe avere il potenziale di essere resistente ai vaccini.
Il ceppo C.1.2 è stato collegato a “una maggiore trasmissibilità” e si dice che abbia mutato di più rispetto al virus originale, emerso per la prima volta nella città cinese di Wuhan.
Il ceppo ha un tasso di mutazione di circa 41,8 mutazioni all’anno, quasi il doppio del tasso di mutazione globale osservato in qualsiasi altra variante esistente, secondo gli esperti del National Institute for Communicable Diseases del Sudafrica.
Il numero di genomi C.1.2 in Sud Africa è aumentato dallo 0,2 percento a maggio sino all’1,6% a giugno e al 2% a luglio, secondo gli scienziati, che hanno anche trovato 14 mutazioni in quasi il 50% delle varianti che avevano un C. 1.2 come sequenza.
Il ceppo C.1.2 è stato collegato a “una maggiore trasmissibilità” e potrebbe potenzialmente non essere coperto dal vaccino COVID-19.
La notizia di una nuova variante arriva quando diversi paesi, inclusi gli Stati Uniti, hanno visto un aumento dei casi di COVID-19 a causa della diffusione della variante Delta.
Il ceppo C.1.2 è stato trovato anche nel Regno Unito, in Cina, nella Repubblica Democratica del Congo, a Mauritius, in Nuova Zelanda, in Portogallo e in Svizzera.
L’ultima variante sudafricana potrebbe essere in grado di eludere gli anticorpi e il sistema immunitario, hanno affermato i ricercatori, pur rilevando che sono necessarie ulteriori ricerche.
Preoccupa una nuova variante covid sudafricana che potrebbe resistere ai vaccini

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