Il governo della Nuova Zelanda ha riconosciuto ciò che la maggior parte degli altri paesi ha fatto molto tempo fa: non può più eliminare completamente il coronavirus.
Il primo ministro Jacinda Ardern ha annunciato un piano cauto per allentare le restrizioni e i blocchi ad Auckland, nonostante un focolaio che continua a ripetersi.
Sin dall’inizio della pandemia, la Nuova Zelanda ha perseguito un insolito approccio di tolleranza zero al virus attraverso rigidi blocchi e una traccia dei contatti aggressiva.
Fino a poco tempo fa, quella strategia aveva funzionato molto bene per il paese da 5 milioni di abitanti, che ha riportato solo 27 decessi per virus.
Mentre altre nazioni hanno dovuto affrontare un numero crescente di morti e vite sconvolte, i neozelandesi sono tornati nei luoghi di lavoro, nei cortili scolastici e negli stadi sportivi al sicuro da qualsiasi diffusione della comunità.
Ma tutto è cambiato quando la variante delta più contagiosa è sfuggita in qualche modo da una struttura di quarantena ad agosto dopo essere stata portata nel paese da un viaggiatore di ritorno dall’Australia.
Da agosto dunque sono scattate nuovamente le rigidissime misure di contenimento che questa volta di fronte alla variante Delta non sono riuscite a fare la differenza.
Commercialmente ed economicamente la Nuova Zelanda non può continuare a restare chiusa ermeticamente e dunque il governo ha comunicato che nonostante alcuni focolai, si é deciso di riaprire il paese a piccoli passi, continuando la campagna vaccinale in maniera importante.
La Nuova Zelanda non potendo sconfiggere il covid, ha deciso di conviverci

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